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Sport: sfidare i propri limiti

L’attività fisica è molto importante per  tutti i bambini/ragazzi per gli evidenti benefici che lo sport ha per il corpo ma per gli effetti positivi che lo sport ha sulla psiche. Oltre a rappresentare un vero e proprio impegno nello sfidare i propri limiti, incoraggiare i bambini/ragazzi diversamente abili a impegnarsi nello sport li aiuta anche a superare la paura che hanno nell’affrontare i pregiudizi, evitando il loro isolamento, aiutandoli al contrario ad allargare la propria cerchia di amici con benefici enormi sia dal punto di vista psicologico che dello sviluppo cognitivo e motorio.

Imparare a stare bene con se stessi e con gli altri deve essere l’obiettivo principale: cercare di portare la persona a minimizzare la sua disabilità, a muoversi, camminare, parlare e relazionarsi in modo attivo e costruttivo. Ha, quindi, un valore educativo e non di recupero funzionale, anche se le attività svolte non possono che essere di aiuto anche in quel settore.

Il quadro affettivo legato alla propria immagine psichica risente sia dei connotati risultanti dalla propria figura riflessa nello specchio, che dal giudizio degli altri. Nell’affrontare un contesto sociale c’è dunque un’inibizione. Queste sono le premesse fondamentali per dover e voler praticare uno sport.

La pratica delle attività fisiche rappresenta per i diversamente abili un mezzo privilegiato di sviluppo individuale, di rieducazione e di integrazione sociale. L’attività motoria genera la necessità di allontanarsi fisicamente dal nucleo familiare e la possibilità di relazionarsi con il mondo esterno integrando le proprie capacità con la scoperta di nuove possibilità che possono contribuire all’accettazione di sé.

Per un ragazzo diversamente abile la pratica regolare dell’attività sportiva può rivesti i seguenti vantaggi:

piano cognitivo: migliore conoscenza del proprio corpo, dello spazio, del tempo e della velocità;

piano fisico: incremento della forza muscolare, della capacità di equilibrio, della coordinazione motoria grazie alle ripetizioni consapevoli e finalizzate degli atti motori;

piano sportivo: acquisizione delle conoscenze tecniche delle varie discipline sportive regolamenti e confronti in gara;

piano psicologico: la pratica sportiva produce uno stato di soddisfazione generale, favorisce la disciplina e l’allenamento che di conseguenza portano al contenimento degli stati emotivi incrementando la capacità di autocontrollo;

piano socio-educativo: possibilità di aumentare la propria autonomia. Il soggetto è stimolato alla produzione di atti volontari e finalizzati.

Sport estivi e sport invernali

E tornando all’attività fisica, bisogna che il genitore ricordi sempre a se stesso e a suo figlio, che non esistono sport non praticabili. Atletica leggera paralimpica, boccia, calcio, canottaggio paralimpico, paraciclismo, equitazione paralimpica, goalball, judo, pallavolo, rugby, scherma, pesistica, tennis, tennis tavolo, tiro paralimpico, tiro con l’arco, vela, sci alpino, sci di fondo, biathlon, curling e hockey su slittino.

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