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ASSOCIAZIONE ITALIANA
SPINA BIFIDA E IDROCEFALO
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Una buona alimentazione e una sana prevenzione: la carie e l’igiene orale nei pazienti con Spina Bifida

Nel 2020 presso il Centro Spina Bifida e Uropatie Congenite della FPG-IRCCS, Roma è stato eseguito uno studio sullo stato di salute orale di una fetta di popolazione affetta da Spina Bifida che normalmente presenta difficoltà nell’accesso alle cure odontoiatriche. Il campione esaminato ha mostrato un rischio medio-alto di sviluppare malattia cariosa: i fattori che maggiormente sembrano influenzare il rischio di carie sono il numero di pasti al giorno e i valori di DMFT. Quest’ultimi, a loro volta, sembrano essere condizionati dal tipo di spazzolino usato e dalla concentrazione di Sptreptococcus Mutans all’interno della placca dentale. Lo studio ha permesso di far comprendere meglio alle famiglie l’importanza della salute orale nell’ambito della cura generale della persona.

Sviluppo progetto L’analisi dei risultati di questa ricerca prende lo spunto dallo studio dell’incidenza della malattia cariosa in una popolazione di giovani (7/26 anni) affetti da Spina Bifida e Idrocefalo.

I partecipanti a questo studio sono stati sottoposti ad un esame obiettivo delle arcate dentarie con l’ausilio di uno specillo, specchietto e fonte di luce e, di conseguenza, a una valutazione radiografica mediante l’utilizzo di radiografie “bite-wings”, utili per l’individuazione di carie interprossimali.

E’ stata così stabilita la presenza di carie in fase attiva e studiata la storia individuale della loro cariosensibilità valutando il DMF.

Dall’analisi dei risultati ottenuti da questa ricerca emerge un sicuro rapporto tra la quantità di placca batterica e un rischio maggiore per la malattia cariosa. Inoltre, strettamente legato a questo dato, anche la valutazione effettuata con un’indicazione numerica dell’igiene dentale del paziente con la valutazione del rischio di malattia cariosa. Esiste uno stretto legame tra la quantità di placca batterica, l’igiene dentale e il rischio di malattia cariosa. Inoltre dall’esame quantitativo microbiologico, esiste una stretta correlazione tra lo Streptococcus Mutans e il rischio di malattia cariosa, cosa non dimostrabile altrettanto con la valutazione dei Lactobacilli. Questo dato confermerebbe la partecipazione dello Streptococcus Mutans alla partenza della malattia cariosa, soprattutto legato alla capacità di aderire allo smalto sano dentale da parte di questo batterio. Molto interessanti sono anche i dati emersi circa alcune caratteristiche che questi pazienti affetti da Spina Bifida presentano rispetto ad una popolazione esente da questo problema. Dall’analisi dei risultati che emergono dalla ricerca è emerso che i soggetti che effettuano la terapia antibiotica per bocca hanno statisticamente la presenza di Streptococcus Mutans più basso rispetto al gruppo che non effettua la stessa terapia.

Inoltre, i soggetti che prendono l’ossibutinina per bocca quotidianamente, presentano un rischio maggiore per la malattia cariosa. Considerando che questo principio attivo interferisce con la produzione di saliva, riducendo la quantità di produzione a riposo, possiamo identificarla come un elemento di aumento del rischio. Da questi dati emergono due elementi molto interessanti circa il loro rapporto con la malattia cariosa. Da un lato non emerge un peggioramento della cariosensibilità in riguardo alla disabilità e difficoltà ad accedere ad una corretta igiene orale domiciliare quotidiana. Dall’altro, in relazione ai farmaci che i pazienti affetti da Spina Bifida sono costretti a prendere quotidianamente, esiste un fattore protettivo verso la malattia cariosa circa l’uso di antibiotici per via orale e uno meno protettivo circa la diminuzione della produzione di saliva spontanea dovuta all’assunzione quotidiana di ossibutinina.

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